Adi: Percorso Infernale per i Nuclei Familiari con Minori

FAC SIMILE lettera di protesta in calce all’articolo.

In un sistema sempre più scrutatore e minuzioso, il ministero del lavoro ha delineato nuove regole rigide per le famiglie beneficiarie dell’assegno d’inclusione sociale. Non si sfugge al controllo, nemmeno per età avanzata o disabilità. Un orizzonte di sorveglianza che ricorda le distopie orwelliane, dove ogni passo è monitorato e ogni diritto condizionato alla perpetua conferma della propria conformità alle norme imposte.

Un Controllo Senza Scampo

“Ogni 90 giorni, senza eccezioni”, così recita la nuova direttiva del ministero del lavoro, in una FAQ pubblicata il 20 maggio 2024. Anche i soggetti normalmente esonerati, come anziani di almeno 60 anni e persone con disabilità, sono chiamati a recarsi periodicamente presso i servizi sociali per confermare il loro diritto all’assegno d’inclusione, se nel nucleo familiare sono presenti minori. La frequenza scolastica dei giovani diventa così l’ago della bilancia che determina la continuità del sostegno economico per l’intera famiglia.

Adi e Accompagnamento: il Percorso da Seguire

Il percorso per accedere all’Adi (Assegno di Inclusione) si complica: iscrizione al sistema informativo Siisl e sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (Pad) sono solo i primi passi. Segue un appuntamento obbligatorio entro 120 giorni per definire il percorso di inclusione sociale o di attivazione lavorativa. “Dalla sottoscrizione del Pad scatta un’inesorabile conto alla rovescia”, che obbliga ogni componente del nucleo a confermare trimestralmente la propria posizione.

Esclusione e Nuove Regole

Nonostante alcune categorie di persone siano escluse dall’obbligo di conferma, come anziani e disabili, queste deroghe cadono nel caso di famiglie con minori. Questi soggetti, nonostante le loro condizioni, sono richiesti a sostenere la responsabilità di assicurare il rispetto dell’obbligo scolastico dei minori, legando la loro assistenza alla burocrazia incessante.

Il Minore e l’Impegno Inevitabile

Nel panorama di queste misure, emerge una figura centrale: il minore. L’obbligo scolastico non solo configura un dovere legale per il giovane, ma diventa un meccanismo di pressione per tutto il nucleo familiare. “L’obbligo diventa catena”, trasformando ogni minore in un punto di controllo aggiuntivo per l’amministrazione.

Conseguenze della Mancata Conformità

La rigidità del sistema non ammette scuse: la mancata presentazione ai controlli, senza giustificato motivo, comporta la perdita dell’Adi. Un regime di sorveglianza che non perdona, imponendo presenze costanti e minaccia di tagli ai sussidi per chi non segue alla lettera le procedure.

La Vessatorietà del Percorso Digitale

Il percorso digitale imposto dalle nuove disposizioni governative presenta una serie di caratteristiche che, pur mirando all’inclusione e alla regolarizzazione, possono risultare opprimenti e gravose per gli individui coinvolti. Questa appendice si propone di esaminare e evidenziare i punti chiave della vessatorietà del sistema, delineando come le buone intenzioni si traducano spesso in un onere eccessivo per i cittadini.

1. Iscrizione Obbligatoria al Sistema Informativo (Siisl)

Il primo passo del percorso digitale richiede l’iscrizione al Siisl (Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa). Questo requisito impone a tutti i richiedenti di registrarsi in un sistema centralizzato, il che può risultare intimidatorio e invasivo, dato che richiede la condivisione di dati personali sensibili.

2. Sottoscrizione del Patto di Attivazione Digitale (Pad)

La sottoscrizione del Pad rappresenta un ulteriore livello di impegno digitale che obbliga i beneficiari a impegnarsi in un accordo formale con l’ente erogatore. Questo patto non solo lega il beneficiario a specifici obblighi, ma aumenta anche la sua dipendenza dalle piattaforme digitali, potenzialmente escludendo coloro che non hanno facile accesso o competenze informatiche.


Questo rigido impianto di controllo sociale, con la sua rete capillare di conferme e appuntamenti, ci ricorda che il prezzo dell’assistenza è spesso una libertà limitata. In un’epoca di sorveglianza ubiquitaria, il manifesto orwelliano del welfare moderno è chiaro: “Osservare, Conformarsi, Ripetere”.


importanza dell’attivismo civico:


Fac Simile di lettera di protesta

In un’epoca in cui la partecipazione attiva e consapevole alla vita politica è più necessaria che mai, noi, i cittadini, abbiamo non solo il diritto, ma il dovere civico di esprimere le nostre preoccupazioni quando le politiche governative sembrano agire contro il bene comune. La presente lettera rappresenta un atto di resistenza civica, una chiamata all’azione per tutti coloro che si sentono compressi sotto il peso di misure ingiustamente oppressive.


[Il tuo nome completo]
[Il tuo indirizzo]
[Città, CAP]
[Data]

Alla cortese attenzione della
On.le Giorgia Meloni
Presidente del Consiglio dei Ministri
Palazzo Chigi, si trova in Piazza Colonna 370, 00187 Roma

Pec: presidente@pec.governo.it

e della

On.le Maria Elvira Calderone
Ministro del Lavoro

Pec: segreteriaministro@pec.lavoro.gov.it

Oggetto: Richiesta urgente di revisione dell’obbligo di conferma per l’assegno di inclusione sociale

Gentili Presidente Meloni e Ministro Calderone,

con senso di urgenza, desidero portare alla Vostra attenzione le gravi preoccupazioni mie e di molti altri cittadini, riguardo le recenti disposizioni legislative che impongono un obbligo di conferma trimestrale per i nuclei familiari beneficiari dell’assegno di inclusione sociale. Tale politica, che richiede anche ai soggetti anziani e disabili, in famiglie con minori, di recarsi personalmente ogni 90 giorni per confermare il loro diritto, si manifesta come un esercizio eccessivamente rigoroso e punitivo del controllo statale.

L’implementazione di tali misure, con obblighi di digitalizzazione, non esigibili nei confronti delle persone meno attrezzate, non solo rappresenta un onere burocratico esorbitante, ma mina anche la dignità e il rispetto dei diritti fondamentali delle persone già vulnerabili. Tale frequenza di verifica impone un peso insostenibile a chi già lotta per far fronte alle difficoltà quotidiane, aumentando il rischio di marginalizzazione.

Chiedo con decisione la riconsiderazione e la riformulazione di questa politica, affinché possa essere trovato un equilibrio più giusto e umano tra la necessità di controllo e il rispetto per la dignità individuale. È imperativo che le misure di welfare siano formulate per supportare piuttosto che per ostacolare ulteriormente la vita di chi si trova in condizioni di vulnerabilità.

Vi sollecito a rispondere non solo come rappresentanti eletti, ma come custodi dei principi di giustizia e umanità che dovrebbero guidare la nostra società. La speranza è che la nostra voce venga ascoltata e che si agisca prontamente in risposta alle nostre preoccupazioni legittime.

Distinti saluti,

[Firma]

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