Un Appello all’Astensione per Proteggere l’Italia

Di Mirce Elide.

Come è ormai evidente, l’Unione Europea ha intenzione di costituire un esercito europeo per una guerra di lunga durata contro la Federazione Russa, guerra già persa, ma che intende rianimare. Ciò deve passare anche attraverso la creazione degli Stati Uniti d’Europa che distruggerà gli stati nazionali europei; un progetto eversivo già respinto con i referendum svoltisi in Francia e nei Paesi Bassi del 2005.

Nessuno dei partiti maggioritari, sia di destra che di sinistra, è contrario a questo disegno, sebbene il Movimento 5 stelle stia cercando di occultare le proprie intenzioni in vista delle elezioni.


Il motivo di tale accanimento è evidente: si tratta di obbedire agli ordini degli Stati Uniti d’America che già più di 70 anni fa, in piena guerra fredda, cercarono di costituire una Comunità Europea di difesa da utilizzare contro l’allora Unione Sovietica.

I piccoli partiti antisistema che potrebbero essere in disaccordo sono troppo piccoli per contare qualcosa e hanno già fallito la prova delle politiche nazionali.


Siamo perduti? No!


In un certo senso, questo voto è una sorta di referendum sul grado di gradimento delle politiche europee che hanno delegittimato quest’Istituzione di fronte gli occhi di tutto il mondo con l’appoggio granitico e ingiustificato al riarmo dell’Ucraina e al genocidio dei palestinesi che ha di recente portato all’incriminazione di Benjiamin Nethaniau presso la Corte Penale Internazionale.


L’astensione già in crescita nelle recenti elezioni europee, che va quindi solo assecondata, è l’unica strada sicura per evitare il coinvolgimento diretto in questa guerra.


Il consenso dei cittadini alla guerra è infatti fondamentale, sebbene si eviti di esprimere con chiarezza questo concetto.

Con la locuzione Fronte Interno si intende infatti il necessario sostegno che la popolazione di un Paese è in grado di garantire nei confronti di una guerra che è chiamata non solo a sostenere economicamente, ma anche sacrificando il suo esercito e la sua gioventù.


A questo proposito è possibile richiamare la lucida analisi di Immanuel Kant nel 1795, quando analizzando la Costituzione Repubblicana nell’operetta Per la pace perpetua si esprimeva in tal modo: “quando si richiede l’assenso dei cittadini (né può essere altrimenti in questa Costituzione) per decidere:

“se debba esservi o no guerra” nulla è più naturale che essi abbiano ad esitar molto prima di avventurarsi ad un tal azzardo di cui essi medesimi dovranno sopportare tutte le sventure (come il combatter di persona, lo sborsare del proprio le spese di guerra, il riparare le devastazioni che essa cagiona, e l’addossarsi inoltre per colmi di sventura un onere di debiti giammai saldati, a causa di guerre sempre imminenti, amareggiando così la stessa pace)”.


Un’astensione ampia, quindi, anche se non è in grado di ottenere automaticamente l’uscita dell’Italia da questo consesso guerrafondaio, cosa che può essere ottenuta solo con una richiesta da parte del suo Parlamento invocando l’art. 50 del trattato sull’Unione europea, avrà come esito quello di mandare un forte segnale di dissenso da parte dei cittadini degli stati membri e un necessario ridimensionamento delle pretese di quest’ultimo.

In ultima istanza, se l’astensione sarà alta non potranno pensare di allargare la guerra e probabilmente in breve tempo si giungerebbe alla firma dei trattati di pace tra i Paesi belligeranti, mettendo fine contemporaneamente al degrado della politica italiana.

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