Per chi voterai, bipede mammifero?

(Seconda parte)

Gli anni stanno appesantendo il mio eroe non peloso.

Si tira su dal letto con tonnellate di stanchezza fisica e psichica, oggi è sabato e ha deciso di torturarsi fino in fondo. Deve proseguire l’analisi dell’offerta politica in vista delle elezioni. Anziché pensare a una bella donna, gli viene in mente Calenda.

Azione con Calenda: “Siamo europei”.

“E grazie al cazzo – ha sbottato mio padre – siamo tutti europei. Però Calenda vuole essere prima europeo e poi forse italiano. Con il fritto misto che ha sempre contraddistinto gli arraffa voti come lui e Renzi, presenta un gruppaglio dove c’è dentro di tutto: i repubblicani italiani, quelli europei, quelli che sono usciti da Renzi dopo che i due avevano bisticciato per le caramelle e il pallone, qualche socialista liberale, gli “europeisti riformatori”. Il bipede che vedo al computer si chiede che cosa abbiano da riformare, visto che hanno scelto d’inzerbinarsi al cospetto dei palazzi di Bruxelles. Obiettivo prioritario “sostenere militarmente l’Ucraina”.

Questi fanno parte della narrazione che vorrebbe la Russia pronta a seminare l’Europa di piazze del Cremlino per pareggiare i conti con le basi Nato diffuse in tutto il continente.

Ed ecco che il mio papi giunge al piatto più indigesto da masticare.

Il Partito Democratico che lo ha deluso più di tutti gli altri messi insieme.

Partito Democratico: “L’Europa che vogliamo”.

Sono un “grande partito di sinistra”, la battaglia contro la povertà e gli stipendi bassi per loro si vince con il salario minimo. Anche sul taglio delle spese sanitarie sono agguerritissimi, il loro problema è che ragionano con gli slogan: provano a tirare per la tuta gli operai dei quali se ne fottono ormai da decenni.

Sono così favorevoli a battagliare per il lavoro che licenziano i loro dipendenti e manco li pagano secondo legge e decreti ingiuntivi.

Ciò che conta è non disturbare Confindustria e le multinazionali.

Mario Draghi ha ancora il sedere bagnato dalle loro lingue, quando guidava lui poteva sempre contare sui loro voti.

Sono progressisti, genderisti, ambientalisti, antipatriarcatisti, inclusivisti.

Nel programma elettorale sono stati più bravi dei loro finti nemici di destra, conta  ben cinquanta pagine: l’Europa che rinnova, l’Europa che protegge, l’Europa che sia faro…

Un faro così abbagliante che anche per colpa del PD l’Italia è al buio da anni.

Intendono riformare l’Europa per “rispondere alle necessità degli italiani”, quando dalla vita reale dei cittadini in stato di bisogno vivono lontani anni luce. Vogliono restarsene comodi come fagioli nel cotone o sulle copertine delle riviste eleganti.

Il mio papi prevede che porteranno a casa la vittoria sul salario minimo quando Salvini realizzerà il ponte sullo stretto.

Intanto voi diventerete cenere dentro un’urna funeraria, e non potrete più contare sulla sanità pubblica di cui non si è mai preoccupato nessuno, di sicuro non i piddini.

Sia nella finta destra che nella finta sinistra si presentano armate grumose di candidati allo sbaraglio, libidinose ammucchiate che neanche alla Corrida o in un club privé.

Giorgia vuole riformare, Forza Italia vuole riformare, Calenda e il PD vogliono riformare.

Diciamo che l’elemento comune è la volontà politica di non fare un cazzo per il popolo.

Noto che il mio umano preferito è scoraggiato, dal divano sento la puzza dell’ennesima sigaretta accesa.

Basterebbe poco per ritornare a una normalità morale che non esiste più nel vostro modo di vivere la politica. Guardarsi un po’ intorno, scegliere con consapevole energia gente che dimostri una credibilità umana reale. Invece avete i testicoli incastrati fra due opzioni: fare finta di niente scaricando su qualcun altro le decisioni che riguarderanno il futuro vostro e dei vostri cuccioli non pelosi, oppure essere più coraggiosi, senza ripetere che “tanto è tutto inutile, sono tutti uguali”.

Il mio papi ha deciso, ora le sue idee sono più convinte, lo posso capire perché noi due comunichiamo con la canepatia.

E tu per chi voterai, bipede mammifero?

Platone, il cane filosofo

Laureato in Filosofia, Fabio Carapezza vive sull’Appennino parmense. Dopo la raccolta di racconti “L’inconveniente di esistere” (2011) e la raccolta di battute e satira “Il fiore della crisi? Il crisantemo (2013)”, il suo primo romanzo è stato il noir “La collina degli ulivi”, seguìto dai due episodi di “Freddy il rospetto” per i lettori più giovani. Il romanzo distopico “La piantagione dei cervelli” è stato inserito tra i dieci finalisti in un’edizione del Premio Urania Mondadori.

https://bookabook.it/libro/la-piantagione-dei-cervelli/

www.fabiocarapezza.it

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