Oltre alla scelta legale vi è anche la presa di posizione individuale di resistenza politica.
In queste settimane si sta discutendo molto, sotto un profilo legale, della situazione sanzioni over 50.
La cosa chiara è che il governo con le sue non decisioni ha prodotto un gran pasticcio e confusione a danno delle persone che si sono viste recapitare gli avvisi di addebito.
Non vogliamo qui ripercorrere le varie tesi giuridiche e per chi desiderasse non possiamo che rimandare ai precedenti nostri contributi.
L’aspetto che, invece, ora, vogliamo porre in rilievo e che riteniamo di assoluta preminenza è il seguente:
queste multe non vanno pagate perché sono ingiuste!
La loro ingiustizia deriva da molteplici aspetti, fra cui, in primis, la loro irragionevolezza sul discrimine dell’età, la loro mancata fondatezza da un punto di vista scientifico, la loro attitudine a violare i diritti fondamentali delle persone, la loro incidenza coercitiva sulla libera autodeterminazione delle persone, ecc.
Non tutte le norme, seppure legali, in quanto introdotte, nell’ordinamento, sono legittime, ovverosia conformi ai principi di giustizia immanenti, e queste sanzioni non lo sono.
La battaglia, quindi, non può e non deve combattersi solo ed esclusivamente nelle aule dei tribunali, ma deve, prima di tutto, giocarsi sul piano delle scelte individuali.
Ogni individuo, come specificato più volte, ha il dovere di resistenza, sancito dall’art. 54 della nostra costituzione, facente leva sulla violazione degli articoli 1, 2, 3 e 4 della medesima, con al centro le proprie scelte di coscienza (art. 19).
Accettare una sanzione per il mancato adempimento di un obbligo palesemente ingiusto significa aprire le porte ad una pericolosa consuetudine: tutte le volte che un obbligo ingiusto non viene adempiuto spontaneamente i cittadini verrano coerciti mediante una sanzione.
Si tratta di una questione di libertà, al cui presidio è posto l’art. 13 della Costituzione, norma generalissima il cui sgnificato esplica la sua efficacia ben oltre il suo portato letterale.
Cento euro, forse, per alcune persone possono rappresentare ben poca cosa: meglio pagarli piuttosto che affrontare le noie ed i costi di un processo avanti il giudice di pace.
Ma a fronte di questa scelta di deresponsabilizzazione non è difficile immaginare il futuro:
Verranno introdotti obblighi sempre più pervasivi sulla propria persona, accompagnati da sanzioni sempre più severe.
Leggiamo volentieri ed ammirati le vicende individuali di persone che hanno fatto la storia e, di solito, li guardiamo ammirati, plaudendo alle loro scelte individuali.
Tante persone nella storia hanno resistito di fronte alla tracotanza del potere.
Queste persone, sono tantissime, le più sono sconosciute ed hanno combattuto la loro battaglia senza alcun clamore ma guidate solamente da una coerenza del loro agire derivante dalla forza della propria coscienza.
Alcune di loro sono poi diventate famose, pagandone un prezzo altissimo ed estremo e tutti noi le conosciamo.
Anche in questo caso l’elenco sarebbe lunghissimo, ne citiamo solo tre:
- Ghandi
- Martin Luther King
- Nelson Mandela
Esse hanno agito concretamente per testimoniare valori esistenziali fondamentali: il diritto di libertà, uguaglianza ed autonomia.
Oggi è il nostro turno.
Concordo pienamente su questa analisi.
Quando le leggi sono ingiuste soprattutto sul profilo dei sacrosanti
DIRITTI NATURALI dell’uomo, non esiste governo, parlamento o chicchessia che possa prevalere.
Se questo concetto non diventa indelebile nel ns. intimo, è la fine di tutto.
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Consapevoli della profonda ingiustizia dei vari provvedimenti sanitari resi obbligatori da un governo di espressione tecnocratica ed asseverati da una sentenza da una corte costituzionale di matrice puramente “politica”, stiamo affrontando una lotta contro interessi trasversali molto radicati e potenti ma…NON PREVALEBUNT!!!
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