Estendendo al massimo le previsioni dell’ordinanza di Schillaci ma in violazione di legge.
La Regione Emilia Romagna, con nota n. 0024995 del 16/06/2023, a firma del dirigente Luca Baldino, diramata a tutte le strutture sanitarie del territorio, ritorna sull’argomento mascherine e tamponi, imponendone l’utilizzo, occupando tutti gli spazi lasciati aperti dall’ordinanza Schillaci, anche laddove la legge, però, non concede questa possibilità.
Scenario allarmante per il Covid-19
…in relazione all’attuale scenario della pandemia da Covid-19, l’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie è obbligatorio:
pag. 1 nota 0024995/2023 Regione Emilia Romagna
- in tutte le sale d’attesa della strutture sanitarie ospedaliere, le aree di attesa e gli ambulatori del Pronto Soccorso indipendentemente dalla presenza di sintomatologia respiratoria;
- tutte le strutture sociosanitarie e socioassistenziali, le lungo degenze, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani;
- in tutti gli ambulatori specialistici che hanno a che fare con soggetti fragili (oncoterapici e diabetici), (apparendo, invero, questa ipotesi l’unica giusitificabile).
Tamponi
La nota prosegue stabilendo che:
- è obbligatoria l’esecuzione del tampone diagnostico per la ricerca si SARS COV 2 per i pazienti che accedono al Pronto Soccorso o al ricovero ospedaliero in presenza di sintomatologia respiratoria
- l’eventuale estensione ad altri soggetti è a discrezione delle direzioni sanitarie
- si consiglia l’effettuazione del tampone a tutti i nuovi ricoveri o rientri in strutture ospedaliere,
Osservazioni critiche
- il 5 maggio 2023 l’OMS ha dichiarato ufficialmente la fine della Pandemia, cosa questa, che, evidentemente, non vale per la Regione Emilia Romagna;
- la premessa relativa all’attuale scenario dalla pandemia, comunque non più sussistente in ragione della dichiarazione OMS, come sopra evidenziato, si risolve in una mera frase di stile, senza alcun approfondimento epidemiologico pubblico a cui la Regione dovrebbe richiamarsi al fine di poter giustificare, da un punto di vista legale, l’adozione di misure maggiormente stringenti.
- la Regione Emilia Romagna non si lascia sfuggire la possibilità di coprire tutti gli spazi, nessuno escluso, la cui porta è stata in modo maldestro, lasciata ancora aperta, sino al 31/12/2023 dalla Circolare Schillaci del 28/04/2023, sulla legittimità della quale sono già stati sollevati diversi dubbi (vedi i punti critici dell’ordinanza ministero salute e le ordinanze del ministero non possono ledere i diritti fondamentali):
- Cessati i presupposti emergenziali, l’emanazione di ordinanze ed altri provvedimenti normativi aventi ad oggetto la limitazione di diritti soggettivi soggettivi dei cittadini, devono considerarsi del tutto illegittimi.
- le parole “si consiglia” sono, in radice, prive di effetti giuridici di limitazione dei diritti delle persone, e come tali potenzialmente foriere di situazioni di tensione e contenzioso.
Cosa possono fare le persone
Le strutture a cui è rivolta la nota della Regione hanno l’obbligo di applicarla ed, evidentemente, le persone che decidessero di non sottostarvi, necessariamente dovrebbero contemplare l’intervento a loro danno, delle forze dell’ordine, salvo il verificarsi di atteggiamenti di tolleranza da parte del personale sanitario.
Appare opportuno evitare prove dei forza ma piuttosto segnalare (info@sindacatoazione.it) situazioni spiacevoli specifiche che avessero a verificarsi a proprio danno.
Conclusione
La nota della Regione Emilia Romagna non va nella direzione giusta: forzando, infatti, la normativa esistente (in buona parte illegittima) inevitabilmente creerà situazioni di resistenza e conflitto sociale, che seppur espresse da una minoranza di persone, accomunate dalla stessa concezione e visione dei rapporti, esprimono una realtà sociale con proprie istanze specifiche, espressione di una autonoma soggettività, la cui evoluzione non potrà essere di certo fermata mediante l’inchiostro usato per scrivere ordinanza, note e circolari.
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