La nostra Costituzione deve essere sempre rispettata.
Riteniamo che la Costituzione, ed i diritti che essa reca, non sia un’opera letteraria di tipo, magari, poetico, ma che statuisca, invece, quei diritti e valori massimi, sulla base dei quali la nostra società ha deciso di fondare il proprio vivere umano.
I principi in essa sanciti non sono valori da utilizzare, o meno, alla bisogna, o secondo le opportunità del tempo.
La loro pregnanza esplica i propri effetti in ogni momento.
Purtroppo, abbiamo potuto vedere come, durante la “legislazione covid”, i nostri principi fondanti siano stati pesantemente sviliti, fino a giungere a comprimere i diritti essenzialissimi previsti dai primi 4 articoli della Costituzione, così come il diritto di libertà (art. 13) ed il diritto alla salute (art. 32).
La compressione di questi diritti è avvenuta, anzitutto, mediante atti governativi, rimanendo il Parlamento del tutto sullo sfondo.
Ciò è profondamente sbagliato e lesivo del principio di sovranità che appartiene al popolo.
Ciò che doveva, quindi, valere in materia di Covid deve, a maggior ragione, valere oggi, in merito alle gravi decisioni che lo stato italiano deve assumere per la guerra Russo Ucraina.
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
Art. 11 della Costituzione
Le scelte politiche da assumere, in contesti drammatici del genere, sono della massima gravità e le relative decisioni devono essere assunte dal Parlamento, massimo organo di espressione della sovranità popolare, come sancito dall’art. 1 della Costituzione, nel rispetto dei vincoli imposti dall’art. 11.
Tale obbligo di richiesta di intervento da parte del Parlamento è rinvenibile in modo chiaro anche dall’art. 78 della Costituzione che attribuisce alle Camere l’esclusiva decisione in merito. Esse conferiscono al Governo i poteri necessari.
Gli obblighi assunti dall’Italia, secondo il diritto internazionale, sono evidentemente vincolanti ma non possono eludere il primato del Parlamento sulle decisioni finali, nel rispetto dei principi costituzionali.
Inoltre, nessun accordo internazionale, anche di tipo militare, potrà mai sopravanzare i nostri dettami fondamentali. Infatti, sempre l‘art. 11 della Costituzione stabilisce quanto segue:
L’Italia consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni
Una chiara consapevolezza di ciò costituisce il viatico che i nostri Padri fondatori, appena usciti dai drammatici effetti della seconda guerra mondiale, ci hanno voluto donare come guida e monito per il nostro futuro.
E’ pericoloso, a prescindere dal merito politico sottostante, lasciare ogni e qualsiasi decisione, su tematiche di massima ed assoluta importanza per i futuro della nostra civiltà, come quella di cui stiamo trattando, solo ed esclusivamente all’esecutivo, ovverosia del governo.
Lo svuotamento della centralità dei Parlamenti, che derivano il loro potere dalla sovranità popolare ad essi temporaneamente delegata, va combattuto con risolutezza e fermezza.
Ogni legittima manifestazione delle genti che genuinamente sia diretta ad affermare tale principio, anche con riguardo alla tematica della guerra in Ucraina, non può che essere la sacrosanta rivendicazione di questo diritto fondamentalissimo (la sovranità), che appartiene al popolo, al quale, in ultima istanza, spetta la decisione sulle sorti del proprio futuro.
Concordo su tutto quanto scritto ….purtroppo c è molto silenzio intorno a chi grida ciò che non va…mai come adesso
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