Ciò che avete appena letto è un passaggio contenuto a pagina 3 della nota protocollo numero 8765 del 7 febbraio 2023 del Servizio Sanitario Regionale Emilia Romagna.
Si dovrà, inoltre, continuare a promuovere la vaccinazione anti SARS-COV-2 nei confronti della popolazione, del personale sanitario, dei pazienti fragili e degli ospiti delle strutture si residenziali quali case residenza anziani...proseguendo i cicli vaccinali con le dosi di richiamo…a prescindere dalla tipologia di vaccino utilizzato in occasione della somministrazione precedente.
I destinatari, ovviamente, sono le strutture sanitarie ed i medici di medicina generale.
Si tratta, evidentemente, di un atto di indirizzo specifico che la regione emana sulla base del potere conferitole in materia sanitaria, fra l’altro, dall’art. 117 della Costituzione.
Occorre, però, tenere presente che ogni provvedimento generale della pubblica amministrazione, come nel caso di specie, deve essere sempre caratterizzato dalla ragionevolezza e fondatezza di quanto in esso disposto.
Nel caso della nota che stiamo commentando, non trattandosi solo di un atto a valenza organizzativa interna dell’operato degli uffici, ma, anche e soprattutto, esterno, nei confronti della popolazione, rispetto alla quale la vaccinazione verrà effettuata, è di tutta urgenza verificare la sussistenza attuale dei presupposti e delle evidenze scientifiche che di fatto, oggi, ne legittimino l’adozione.
La domanda che occorre porsi è la seguente: a febbraio 2023 sussistono ancora le condizioni affinché si obblighino gli operatori sanitari ad indurre alla vaccinazione i propri assistiti?
Si dovrà, inoltre, continuare a promuovere la vaccinazione anti SARS-COV-2
La riposta è semplice: non sussistono più questi presupposti.
Anzi, al contrario, progressivamente ed in maniera preponderante, ormai, e purtroppo, da tempo, sono venute in rilievo altre evidenze del tutto all’armanti, di segno diametralmente opposto:
- i vaccini non hanno limitato la circolazione del virus, così come non hanno protetto dalla contrazione della relativa malattia;
- le reazioni avverse correlabili alla vaccinazione sono in evidente e continuo incremento;
- le ammissioni o reticenze dei responsabili delle case farmaceutiche produttrici, rese in sedi istituzionali, hanno evidenziato come la messa in commercio dei vaccini, sia avvenuta in un contesto di non sufficiente valutazione dell’efficacia ed effetti dei medesimi.
Ora, un ente, quale la regione, espressione, comunque, della base sociale che essa deve servire, nell’interesse delle persone che compongono la socialità del proprio territorio, deve ordinare il proprio agire mettendo al primo posto il bene di queste.
Occorre, quindi, una civile ma ferma presa di posizione nei confronti di questi atti che tutto paiono fuorché rispettare i precetti etici sopra descritti.
Alla regione andrebbe chiesto: quali sono le basi ed evidenze scientifiche concrete su cui si basa la propria decisione?
I cittadini non sono meri soggetti passivi destinatari di prescrizioni che arrivano dall’altro, ma sono chiamati ad assumersi la loro responsabilità e ruolo di soggetti attivi del vivere sociale.
Ciascun cittadino ha, quindi, il diritto e dovere di esprimere il proprio parere e far sentire la propria voce!
Ma occorre porsi un’ulteriore domanda: quale è il significato del Giuramento di Ippocrate?
Si tratta forse di un mero e suggestivo rito folcloristico o qualcosa di più sacrale? Se il Giuramento di Ippocrate è qualcosa in più rispetto a quel che oggi pare essersi ridotto, allora la propria voce la devono far sentire tutti quei medici di buona volontà e coraggio, i quali sono prima di tutto vincolati da questo Giuramento, vero e proprio portale sacrale che con la pronuncia della sua formula ha dato loro ingresso all’esercizio non solo di una professione, ma, anche e soprattutto, di una missione al servizio delle persone, vincolando chi lo proferisce a quella scienza e soprattutto coscienza che deve guidare il suo agire.
Quali sono gli effetti della violazione del Giuramento di Ippocrate.
Precisato questo, occorre allora domandarsi quale possa essere l’effetto della violazione di questo giuramento: si tratta di un effetto solo giuridico? No di certo, la sua violazione comporta anche effetti di tipo etico e morale e, finalisticamente, effetti di tipo esistenziale, personali e sociali.
Leggi la nota della regione: