È evidente che ci stanno togliendo il pavimento da sotto i piedi con un diversivo, più che con un’arma: una distrazione di massa. Come se qualcuno sparasse in aria con una pistola ad acqua e noi corressimo tutti in quella direzione, mentre la struttura portante della nostra società viene incessantemente cambiata da chi si avvicina al potere.
Quel potere che, pur con minime varianti a seconda della sbandierata ideologia di facciata, in realtà porta avanti lo stesso disegno di fondo.
Di fronte a tante emergenze, ciascuna certamente importante e talvolta drammatica, è chiaro che l’obiettivo principale del potere sia andare oltre l’assetto democratico, violando l’articolo 1 della Costituzione italiana, che afferma senza equivoci: la sovranità appartiene al popolo.
Invece, con decisioni amministrative, vengono imposti cambiamenti che vanno ben oltre la tutela dei diritti, come accade con l’identità digitale e con le smart city, in palese violazione delle libertà fondamentali.
Per questo, sebbene sia difficile stabilire dove concentrare i nostri sforzi, riteniamo che una delle vere emergenze sia proprio il controllo digitale: quella rigidità tecnologica che, attraverso le smart city e i sistemi di tracciamento, finirà inevitabilmente per limitare il diritto più importante di tutti: la libertà.
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