Lamentarsi non basta. Ogni volta che accettiamo passivamente una decisione presa altrove – che sia un dazio, una guerra economica o un’ingiustizia globale – stiamo solo rimandando il momento della nostra dignità. Ma c’è una forma di attivismo che è alla portata di tutti, ogni giorno, in silenzio e con coraggio: scegliere cosa comprare e cosa rifiutare.
Dal 1° agosto gli Stati Uniti, per voce di Donald Trump, hanno annunciato nuovi dazi pesanti contro l’Europa e altri paesi. Una mossa unilaterale, punitiva, che rafforza l’idea di un mondo diviso in blocchi dominati da interessi privati. Ma noi, persone normali, abbiamo un potere che sottovalutiamo: il potere del consumo consapevole.
Basta con l’America nel carrello
Non stiamo parlando di odio, ma di coerenza. Se veniamo attaccati economicamente, se l’Europa è trattata come colonia commerciale, perché dovremmo continuare ad arricchire le multinazionali americane con i nostri acquisti quotidiani?
La lista dei marchi americani in Italia è lunga, e li troviamo in ogni supermercato:
- Coca‑Cola, Kellogg’s, Oreo, Pringles
- Dash, Gillette, Oral‑B, Pampers
- Colgate, Palmolive, Ajax
- Swiffer, Mr. Muscle, Glade, Duracell
Sono marchi radicati nelle nostre abitudini. Ma non sono insostituibili.
E non finisce al supermercato
Anche auto, telefoni, lavatrici, computer, TV sono spesso americani:
- Auto: Ford, Jeep, Tesla
- Elettrodomestici: Whirlpool, GE, KitchenAid
- Tecnologie: Apple, Microsoft, HP, Google
- Smartphone: iPhone, Pixel
- Servizi digitali: Amazon, Netflix, Meta
Ognuno di questi acquisti sostiene un’economia che non ci rispetta. E non ci protegge.
Esistono alternative
Vuoi una bibita? Scegli un prodotto italiano.
Vuoi un’auto? Preferisci europeo, giapponese o coreano.
Hai bisogno di tecnologia? Asus, Samsung, Bosch sono opzioni solide e fuori dal circuito USA.
Smetti di pensare che non serva a niente. Serve eccome. Se milioni di europei smettono di comprare americano, il messaggio arriva forte. Colpisce dove fa più male: nei profitti.
Attivismo è anche questo
Non servono bandiere né cortei. Serve coscienza.
La prossima volta che prendi in mano una bottiglia, un dentifricio, un detersivo, un telefono, chiediti: sto nutrendo chi mi sta affamando?
Boicottare non è odio. È autodifesa. È una forma di solidarietà silenziosa, potente, concreta.
Ora tocca a te. Non subire. Reagisci.
Comincia dal tuo carrello. Comincia da oggi.
ADDENDUM – ELENCO RAGIONATO PER SETTORI DEI PRODOTTI E MARCHI AMERICANI DA BOICOTTARE IN ITALIA
Boicottare significa scegliere. Significa usare la propria volontà come leva. Ecco una guida pratica per aiutarti a riconoscere, settore per settore, quali prodotti americani evitare e quali alternative preferire. L’elenco è stato costruito tenendo conto dei marchi con presenza diretta o dominante nel mercato italiano, nella grande distribuzione, nei marketplace e nei servizi digitali.
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ALIMENTARI E BEVANDE
Marchi americani da evitare:
Coca‑Cola Company → Coca‑Cola, Fanta, Sprite, Powerade, Honest Tea
PepsiCo → Pepsi, 7Up, Gatorade, Tropicana, Lay’s, Doritos
Mondelez International → Oreo, Ritz, Tuc, Philadelphia (nonostante la produzione europea)
Kellogg’s / Kellanova → Corn Flakes, Rice Krispies, Pringles, Pop-Tarts
Hershey’s → cioccolato e snack americani
Alternative italiane o europee:
Bibite: San Benedetto, Lurisia, Galvanina, Spumador
Snack: taralli, grissini, biscotti Gentilini, Loacker, Mulino Bianco
Colazioni: muesli bio, cereali Alce Nero, Misura, Molino Nicoli
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IGIENE PERSONALE E PULIZIA CASA
Marchi americani da evitare:
Procter & Gamble → Dash, Ariel, Fairy, Swiffer, Gillette, Oral-B, Head & Shoulders, Pantene, Pampers
Colgate-Palmolive → Colgate, Palmolive, Ajax, Sanex
SC Johnson → Glade, Duck, Mr. Muscle, Raid, Off
Kimberly-Clark → Huggies, Kleenex
Alternative:
Detergenza: Chanteclair, Winni’s, Bio Presto, Nuncas, Verdevero
Igiene personale: Spuma di Sciampagna, Neutro Roberts, Antica Erboristeria
Cura casa: Emulsio, Felce Azzurra, prodotti Coop e Conad
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CURA DEL BAMBINO
Marchi americani:
Pampers (P&G), Huggies (Kimberly-Clark), Johnson’s Baby (J&J)
Alternative:
Pannolini: Coop Crescendo, Naturaè, Nappynat (biodegradabili)
Cosmesi: Weleda (EU), Fiocchi di Riso (IT)
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TECNOLOGIA, ELETTRONICA, INFORMATICA
Marchi americani da evitare:
Apple → iPhone, iPad, Mac
Microsoft → Windows, Surface, Office, Xbox
Google (Alphabet) → Pixel, Chrome, Android, Gmail, Drive, Maps
Amazon → Echo, Fire, Kindle, Alexa
HP, Dell, Nvidia, Intel → PC, laptop, GPU, CPU
Alternative non americane:
Smartphone: Fairphone (NL), Samsung (KR), Xiaomi (CN)
Laptop: Asus, Acer (Taiwan), Dynabook (ex Toshiba)
Cloud: pCloud (CH), Infomaniak (CH), IONOS (DE)
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GRANDI ELETTRODOMESTICI
Marchi americani da evitare:
Whirlpool → anche Hotpoint, Indesit (sotto controllo USA)
GE Appliances (ex General Electric)
KitchenAid (parte di Whirlpool)
Alternative:
Smeg, De’Longhi, Ariston, Candy (IT)
Bosch, Siemens (DE)
Electrolux, AEG (SE)
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AUTOMOBILI E VEICOLI
Marchi americani da evitare:
Ford, Tesla, Jeep, Dodge, RAM, Chrysler, Chevrolet
Harley-Davidson (moto)
Alternative europee e asiatiche:
Fiat, Lancia, Peugeot, Opel, Renault, Volkswagen, Toyota, Hyundai
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VIDEOGIOCHI E PIATTAFORME
Marchi americani da evitare:
Microsoft (Xbox, Game Pass)
Sony USA (PlayStation America division)
EA Games, Activision Blizzard
Alternative:
Nintendo (JP), giochi indipendenti europei (GOG.com, CD Projekt Red)
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MARKETPLACE E PIATTAFORME DIGITALI
Americani:
Amazon, eBay, Meta (Facebook, Instagram), Netflix, YouTube (Google), Apple Store
Alternative:
e-commerce indipendenti, mercatini locali, social europei emergenti, cinema e piattaforme italiane (RaiPlay, Chili)
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BATTERIE E ACCESSORI
Marchi americani:
Energizer, Duracell (ex USA, ora Berkshire Hathaway)
Alternative:
Varta (DE), batterie ricaricabili eco
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RETI E TECNOLOGIE NASCOSTE
Presenza americana invisibile ma influente:
Cisco (router), AWS Amazon (cloud), Google Analytics
Alternative professionali:
OVH (FR), Hetzner (DE), Matomo (open source analytics)
Certo Mauro, ecco l’aggiornamento dell’addendum con una nuova sezione dedicata ai social
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SOCIAL NETWORK E PIATTAFORME DI COMUNICAZIONE
Social americani da boicottare:
Meta Platforms (Facebook, Instagram, WhatsApp) – il gruppo più pervasivo: controlla conversazioni, relazioni sociali e contenuti
X (ex Twitter) – proprietà Elon Musk, orientamento libertario USA, algoritmi opachi
TikTok – benché cinese, la versione europea è gestita con standard influenzati dal mercato USA
Reddit – forum strutturato in community, molto presente nel dibattito internazionale
Snapchat – ancora utilizzato in Italia, soprattutto tra i giovanissimi
YouTube (Google) – piattaforma video dominante, con monetizzazione USA-centrica
LinkedIn (Microsoft) – principale canale per il networking professionale
Alternative etiche, europee o decentralizzate:
Mastodon – federato, decentralizzato, senza pubblicità
Peertube – alternativa a YouTube, basata su server comunitari
Element (Matrix) – messaggistica decentralizzata, cifrata
Telegram – anche se russo-emiratino, consente maggiore controllo
Signal – alternativa open-source a WhatsApp, senza tracciamento
FediLab, Pixelfed – alternative a Instagram all’interno del Fediverso
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PERCHÉ BOICOTTARE I SOCIAL AMERICANI?
1. Gestiscono i tuoi dati come merce: ogni click, messaggio e amicizia viene profilata e venduta a inserzionisti.
2. Sono strumenti di condizionamento politico e culturale, veicolano valori funzionali al potere dominante americano.
3. Oscurano contenuti non allineati, pur mantenendo finta neutralità.
4. Contribuiscono alla dipendenza e alla polarizzazione, secondo modelli studiati da neuroscienziati comportamentali al soldo del profitto.
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AZIONE CONSAPEVOLE
Non basta “non postare”.
Serve uscire attivamente da questi ambienti, oppure restarci solo per azioni strategiche di controinformazione, senza alimentare il sistema.
Anche qui, vale la regola:
Ogni minuto in meno su un social USA è un gesto di libertà.
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CONCLUSIONI
Boicottare è un gesto libero, concreto e consapevole.
Non ha bisogno di megafoni, ma di disciplina quotidiana.
Ogni euro che non va negli USA è un messaggio politico.
L’attivismo parte dal carrello. E continua in ogni scelta.
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✅ CONCLUSIONI
Boicottare è un gesto libero, concreto e consapevole.
Non ha bisogno di megafoni, ma di disciplina quotidiana.
Ogni euro che non va negli USA è un messaggio politico.
L’attivismo parte dal carrello
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