L’errore di Bergoglio: vaccinarsi “non” è un atto d’amore

La libertà è un diritto inalienabile che ogni essere umano deve difendere con determinazione e vigore. Ci sono momenti nella storia in cui questa libertà rischia di essere compromessa, persino da coloro che rivestono le più alte cariche di autorità morale e spirituale.

È in questi momenti che diventa non solo un diritto, ma un dovere, manifestare apertamente il nostro dissenso e affermare la nostra autonomia.

Durante la recente pandemia, Papa Francesco ha definito la vaccinazione contro il COVID 19 come un “atto d’amore”, esortando i fedeli a vaccinarsi per il bene comune. Molti credenti hanno avvertito una profonda inquietudine. Le parole del Papa hanno sollevato seri interrogativi sulla libertà di coscienza, la giustizia e la verità.

La questione fondamentale è questa: quando un’autorità religiosa si pronuncia in modo così perentorio su temi che riguardano la salute personale e collettiva, si corre il rischio di manipolare le coscienze, riducendo la libertà individuale a un atto di obbedienza piuttosto che di scelta consapevole.

La libertà di coscienza non può essere sacrificata in nome di un presunto bene superiore, soprattutto quando tale bene è controverso e non pienamente condiviso.

Per questi motivi, è fondamentale che ognuno di noi prenda una posizione chiara e difenda la propria libertà.

Invitiamo tutti i fedeli a scrivere a Papa Francesco, esprimendo le proprie preoccupazioni e riflessioni. Non si tratta di un gesto di ribellione, ma di un atto di responsabilità verso la verità.

Scrivere al Papa è un modo per ricordare che la Chiesa deve essere sempre rispettare la libertà e la dignità di ogni individuo, senza imporre verità univoche su questioni che richiedono discernimento personale.

Occorre sottolineare l’importanza della libertà di coscienza, della giustizia e della verità.

La fede deve essere un cammino libero e consapevole, non il risultato di un’adesione forzata a direttive calate dall’alto.


Testo della lettera che ciascun lettore, se ne condivide e fa proprio il contenuto, può spedire al Papa.

A Sua Santità Papa Francesco
Palazzo Apostolico
00120 Città del Vaticano


Santità,

Le scrivo con un sincero senso di preoccupazione e disagio, per esprimere alcune riflessioni riguardanti le Sue dichiarazioni sulla vaccinazione contro il COVID-19, da Lei definita come un “atto d’amore” e promossa con grande fervore durante il periodo più critico della pandemia.

Vorrei sollevare alcune osservazioni alla luce dei principi fondamentali di verità, giustizia e libertà, che costituiscono le basi dell’ordine ontologico e della morale cristiana.

Verità: La Verità, quale fondamento di ogni giudizio morale, è essenziale. Tuttavia, definire la vaccinazione come un atto d’amore ha presupposto l’esistenza di una verità assoluta, senza considerare la complessità dei dati disponibili e la fallibilità delle conoscenze scientifiche dell’epoca. La verità, Santità, non può essere ridotta a una singola narrazione e imposta dall’alto, ma deve essere costantemente ricercata e rispettata nella sua totalità.

Giustizia: La giustizia esige rispetto per la dignità e l’autodeterminazione di ogni individuo. Dichiarare la vaccinazione come un dovere universale ha rischiato di ignorare questo principio, imponendo una visione unica e omologante del bene, senza tenere conto della diversità delle situazioni individuali e delle legittime preoccupazioni etiche e morali. La giustizia richiede che ogni persona abbia il diritto di discernere liberamente ciò che è meglio per sé stessa, soprattutto in materia di salute.

Libertà: La libertà è il cuore della nostra sovranità ontologica e della coscienza individuale. La libertà di coscienza, Santità, è un dono divino che non può essere sacrificato in nome di un presunto bene collettivo, soprattutto quando questo bene non è stato accettato in maniera unanime e senza riserve. Promuovere una scelta come obbligatoria, in questo caso la vaccinazione, può comportare una violazione della libertà individuale e della dignità della persona.

Alla luce di questi principi, ritengo che la Sua dichiarazione costituisca un errore ontologico. Un errore che ha avuto l’effetto di sovrapporre una verità parziale e contingente alla complessa realtà umana, compromettendo la giustizia e la libertà che ogni essere umano è chiamato a esercitare nella propria vita.

Chiedo che queste riflessioni siano prese in considerazione per evitare che, in futuro, posizioni simili possano generare disarmonia e divisione tra i fedeli, compromettendo il valore inestimabile della libertà di coscienza e del rispetto per la verità.

Con deferenza,

Firma ___________________


2 risposte a “L’errore di Bergoglio: vaccinarsi “non” è un atto d’amore”

  1. Avatar pieromaione
    pieromaione

    con la complicita gratuita o meno… le istituzioni hanno permesso ad entita’ aliene di fare di tutto sui popoli Tali entita sono di fatto “invincibili”..perchio l unica via è USCIRE DALLA EU

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  2. Avatar Gabriele

    Perchè avete scritto “ha rischiato di ignorare” e non “ha ignorato questo principio”.

    Allo stesso modo “può comportare una violazione della libertà individuale e della dignità della persona” invece di “comporta o ha comportato ecc.”

    Inoltre, che in futuro posizioni simili “possano generare disarmonia e divisioni tra i fedeli” invece di ” generino disarmonia ecc.” perchè questo è quanto ha generato tale presa di posizione.

    Ringrazio e saluto.

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