Sanzioni Over 50: Scorretto il comportamento di Agenzia Riscossione

Nonostante la sospensione continuano ad essere notificate le cartelle di pagamento

Per effetto dell’art. 7 comma 1-bis, introdotto dalla Legge n. 199/2022 (di conversione del DL n. 162/2022) in vigore dal 31 dicembre 2022, che ha disposto la sospensione fino al 30 giugno 2023 delle attività e dei procedimenti di irrogazione della sanzione previsti dall’art. 4-sexies, commi 3, 4 e 6 del DL n. 44/2021, sono sospesi i termini di pagamento, che riprenderanno a decorrere dal 1° luglio 2023

E’ quanto dato leggere sul sito di Agenzia Riscossione.

Sono sospese dal 2023 anche le notifiche delle cartelle

La sospensione riguarda, come bene chiarito dalla legge, tutte le attività di irrogazione della sanzione.

Se così è, allora, è fuori discussione che non dovevano più essere notificate, a partire dal primo gennaio 2023 le cartelle di pagamento.

Infatti la notifica è uno degli atti facenti parte della irrogazione delle sanzioni.

Senza la notifica il destinatario non ha giuridica conoscenza dell’atto il quale, pertanto, non esiste nei suoi confronti.

Le notifiche avvenute nel 2023 sono pertanto illegittime

I motivi di illegittimità discendono da quanto appena esposto.

Ma quali sono gli effetti di tali notifiche, comunque avvenute?

Il soggetto destinatario può rimanere tranquillamente inerte, data la sospensione, oppure si deve attivare?

Cautelativamente va presentata opposizione al giudice di pace entro 30 giorni dalla data di ricezione della cartella

Ed è questa la situazione grottesca che palesa in modo eclatante l’agire scorretto nei confronti dei cittadini da parte del governo e dei suoi organi amministrativi, ovverosia Ministero della Salute ed Agenzia Riscossione.

Se il cittadino rimane inerte, aspettando il giungere del 30 giugno 2023, (i pagamenti sono sospesi sino ad allora, nonostante in cartella sia indicato il termine di 60 giorni per pagare), nell’ipotesi in cui il governo non annullasse integralmente, con apposito provvedimento legislativo, le sanzioni, non rimarrebbe che pagare.

La difficile situazione di chi non ha presentato ricorso

E’ facile supporre, infatti, che coloro che non avessero proceduto a ricorrere presso il giudice di pace nei 30 giorni dalla notifica della cartella, potrebbero vedersi eccepire la decadenza del termine, nell’ipotesi in cui radicassero il contenzioso giudiziario dopo il primo luglio.

Il rischio spese processuali

Chi decidesse di agire ora davanti al giudice per evitare decadenze future, nonostante la prassi in tali ipotesi sia quella di non addossare le spese processuali, in caso di soccombenza, non vi è affatto alcuna garanzia in merito, in quanto anche questi giudizi soggiacciono alla norma generale di cui all’art. 91 del codice di procedura civile, a tenore del quale:

Il giudice, con la sentenza che chiude il processo davanti a lui, condanna la parte soccombente al rimborso delle spese a favore dell’altra parte e ne liquida l’ammontare insieme con gli onorari di difesa

Quale fine si propone il governo con queste notifiche illegittime?

Ovviamente la questione è stata ampiamente dibattuta dagli uffici governativi e non è difficile immaginare che l’intento che soggiace dietro allo stillicidio di notifiche che illegittimamente continuano ad essere perpetrate nel 2023 nei confronti degli over 50 non in “regola” col piano vaccinale, sia proprio quello di “mandare fuori termine” da un punto di vista processuale la difesa giudiziaria di questi soggetti, per obbligarli poi al pagamento dopo il 30 giugno.

Questo modo di agire da parte del governo va condannato senza mezzi termini:

è scorretto da un punto di vista legale e sostanziale degradando le persone da cittadini a sudditi, in aperta violazione degli artt. 1, 2 e 3 della Costituzione.

Quali mezzi hanno a disposizione i cittadini?

A fronte di una scorrettezza istituzionale simile, ad esito della quale vengono piegati e distorti gli ordinari mezzi di tutela apprestati dall’ordinamento giuridico, altro non rimane che una ferma presa di posizione civile delle persone nei confronti di questo male agire e male governare.

Gli strumenti a disposizione sono tanti ma occorre avere il coraggio di fare sentire la propria voce

Gli strumenti a disposizione dei singoli cittadini non mancano: dalle mail di protesta, alle petizioni, alle manifestazioni di piazza, alle istanze istituzionali, indirizzate anche agli organi dei partiti, sempre sensibili alle loro esigenze elettorali, coinvolti nella compagine governativa, sino alla legittima obiezione di coscienza (art. 19 Cost.) su cui si fonda la disobbedienza civile.

Quale è la cosa più importante?

La cosa più importante è la coscienza, la forza e l’intenzione di agire untiti a tutela di un proprio diritto fondamentale ed esistenziale (bastato sugli artt. 1, 2, 3, 13, 19 e 32 della Costituzione).

Abbassare la guardia ora significherà abbassarla anche in futuro.

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