Si ai risarcimenti se le Regioni hanno sbagliato
Nella foga di sospendere tutti i sanitari amministrativi non vaccinati, in Emilia Romagna pare non si sia andati molto per il sottile.
Infatti, ci sono giunte diverse richieste di aiuto da parte di impiegati amministrativi del settore sanità, sospesi nonostante svolgessero il proprio lavoro in strutture non sanitarie.
L’art. 4 ter, dell’ormai tristemente famoso D.L. 44/2021, è lapidario nello stabilire che soggiaceva all’obbligo vaccinale solo il per il personale adibito a strutture sanitarie individuate dall’art. 8 ter del decreto legislativo 508/92.
Si tratta di:
- strutture che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero a ciclo continuativo o diurno per acuti;
- strutture che erogano prestazioni di assistenza specialistica in regime ambulatoriale, ivi comprese quelle riabilitative, di diagnostica strumentale e di laboratorio;
- strutture sanitarie e sociosanitarie che erogano prestazioni in regime residenziale, a ciclo continuativo o diurno.
Diverso personale amministrativo in Emilia Romagna è stato, quindi, sospeso illegittimamente.
L’incomprensibilità ed ingiustificabilità di tale presa di posizione emerge molto chiaramente anche dal fatto che il loro impiego in strutture non sanitarie è stato ammesso dalle medesime aziende ospedaliere o sanitarie, a seguito dell’emergere della reale situazione catastale degli immobili.
Per queste persone, ora, si aprono le porte del ricorso giudiziario volto all’ottenimento del risarcimento degli stipendi non percepiti.
Tale possibilità, vale appena il caso sottolinearlo, è del tutto indipendente da quello che sarà l’esito dell’ormai tanto attesa sentenza della Corte Costituzionale del prossimo 30 novembre, avente ad oggetto, la legittimità o meno dell’obbligo vaccinale.
Ma la vicenda evidenza anche un altro aspetto, del tutto preoccupante, ovverosia l’approccio ideologico che ha sostenuto, e sostiene tutt’ora, l’azione d’indirizzo che viene svolta sul territorio da diverse Regioni, approccio che, però, se contrario alla legge, espone le strutture e gli enti a legittime e sacrosante azioni di risarcimento danni.
L’ha ripubblicato su Movimento Difesa Diritti.
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