Franco Fracassi, prima di essere un giornalista, è una persona molto semplice. Con lui è altrettanto semplice diventare amici: disponibile, sorridente e, ancora una volta, semplice — ma mai semplicista. È invece esigente e preciso nel dialogo.
Fondamentalmente non ti sconta nulla, e con lui il confronto non può che essere autentico.
La sua è una missione — come quella di altri che ben conosciamo — caratterizzata dalla ricerca della verità, presupposto necessario per raggiungere e attuare la giustizia.
Franco Fracassi è un personaggio scomodo.
Scomodo per chi basa il proprio agire sulla menzogna e sul sangue versato da migliaia, decine di migliaia, se non centinaia di migliaia di persone innocenti.
Le sue inchieste mettono a nudo il sistema, fanno emergere personaggi che spesso rimangono nell’ombra ma che, in realtà, guidano e condizionano gli eventi con effetti nefasti per l’umanità.
IL 7 OTTOBRE
È una di quelle date che si sono imposte tragicamente nel corso della storia.
La narrazione ufficiale, come sempre, rende tutto chiaro e lineare: la responsabilità del massacro non può che essere solo ed esclusivamente di una parte, e ciò giustificherebbe l’orribile reazione — ancora oggi non conclusa.
L’inchiesta di Franco Fracassi fa luce su questa vicenda, facendo emergere in modo diverso i fatti rispetto a come ci vengono raccontati dal mainstream:
una pianificazione che parte da lontano
i legami con l’11 settembre
gli intrecci internazionali
gli ingiustificabili e macroscopici blackout nei sistemi di sicurezza israeliani
Occorre un lavoro attento e faticoso per raccogliere materiale, per intervistare, per viaggiare.
Occorrono passione e, soprattutto, la disponibilità incondizionata a rischiare la propria vita per onorare la verità.
Certo, Fracassi vende i propri libri, ma potrebbe guadagnare molto di più conducendo una vita tranquilla e agiata, scrivendo romanzi gialli — di cui avrebbe certamente il talento.
Ma questo non potrebbe mai farlo: non rientra nella sua essenza, né nella sua missione di vita.
ED ALLORA NEMMENO LE MINACCE LO FERMERANNO
Le intimidazioni ricevute non sono state, e non saranno, in grado di fermare il lavoro di Franco Fracassi.
Non poteva essere altrimenti, conoscendolo.
Il nostro ruolo, però, non deve limitarsi a sostenerlo: dobbiamo diffondere il suo messaggio, affinché nulla rimanga nascosto.
Per farlo serve poco coraggio, ma un grande senso di responsabilità: perché proteggendo lui e il suo lavoro, contribuiamo a diffondere la verità — presupposto imprescindibile per la giustizia.

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