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Case green e direttiva europea: il Green Deal imposto dall’alto

L’Unione Europea ha deciso che la colpa della crisi climatica si trova nei muri delle nostre case, nei tetti dei nostri capannoni, nelle fondamenta dei nostri edifici. Secondo Bruxelles, gli edifici producono il 40% del consumo energetico e il 36% delle emissioni complessive. È da qui che parte la crociata “verde” che si chiama direttiva EPBD 2024/1275, entrata in vigore il 28 maggio 2024, e che promette la completa decarbonizzazione entro il 2050.

Dietro queste parole scintillanti c’è un dato semplice: i cittadini dovranno pagare. Non oggi, forse, ma domani sì. E non avranno scelta.


Non residenziale: il manganello normativo

La prima scure cade sugli edifici non residenziali.
Non parliamo soltanto di fabbriche fumose, ma di magazzini, capannoni agricoli, spazi di logistica. Qui la direttiva non scherza:

  • sanzioni pecuniarie,
  • pubblica gogna per gli inadempienti,

In nome del Green Deal, i proprietari diventano colpevoli a prescindere. Colpevoli di non avere soldi per ristrutturare, colpevoli di possedere mura troppo vecchie, colpevoli di non correre abbastanza al passo della “transizione”.


Residenziale: la trappola morbida

Per le case, l’Europa indossa i guanti di velluto. Per ora.
Non ci sono sanzioni, soltanto “traiettorie di miglioramento”: 2030, 2035, 2040, fino al 2050. Ma dietro la morbidezza, c’è la lama affilata. Perché quando un percorso viene tracciato, la direzione è chiara: ciò che oggi appare come consiglio, domani diventerà obbligo. E milioni di famiglie si troveranno in trappola, costrette a scegliere tra l’indebitamento e l’illegalità.


Il vero obiettivo

È evidente: i buoi sono scappati dalla stalla.
La direttiva è legge, e non tornerà indietro. Non importa se i cittadini potranno permettersi la ristrutturazione, non importa se agricoltori e piccoli imprenditori verranno messi in ginocchio. L’importante è che l’Europa possa sbandierare la sua virtù verde.

Questo non è un piano ecologico. È un piano politico. Una cessione forzata di sovranità, in cui i diritti delle persone valgono meno di una tabella di efficientamento.
Il Green Deal va avanti, calpestando chi non riesce a tenere il passo.


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