La recente vicenda che riguarda i dottori Bellavite e Serravalle è estremamente utile per evidenziare quanto in basso sia caduta la scienza istituzionalizzata. Ovvero la scienza conformata ed asservita, nel caso di specie, al potere economico delle case farmaceutiche.
Appare, in aggiunta, ma l’osservazione ci sembra decisiva, del tutto imbarazzante la posizione assunta dai vertici degli ordini dei medici: novelli Caifa che si stracciano le vesti di fronte all’oltraggio sacrilego dell’inserimento dei precitati medici nella commissione consultiva governativa sui vaccini.
La crociata scientista trova terreno fertile quindi negli ordini, gangli di potere della cosiddetta microfisica del potere di faoucaultiana memoria, nonché nei soliti clichè da rotocalco mediatico, i cui timonieri (leggasi comitati di redazione) ben allenati a questo, non mancano di dare il loro appoggio propagandistico.
E nel mucchio chi c’è? Purtroppo una massa indistinta senz’anima di medici che si adeguano al così si dice ed al così si vuole.
Lo scientismo, anno domini 2025, è duro a morire perché è necessario, come detto, a chi sta oltre il potere, ed al potere, a lui servente, delle istituzioni.
Tutto ciò trova, infine ed inevitabilmente, terreno fertile nello sterminato esercito dei pratici e nei loro del tutto occasionali alfieri, tecnici iperspecializzati, forse, la cui esasperata scientia li ha resi orbi alla realtà e sordi alla verità.
Karl Popper docet.
Mauro Franchi
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