IL CREDITO ALLA NASCITA: UN NUOVO PARADIGMA PER RENDERE LA FISCALITÀ GIUSTA E UMANAMENTE FONDATA

Viviamo in un tempo di paradossi: lo Stato ci chiede di contribuire in modo sempre più esigente alle sue finanze pubbliche, ma non riconosce che ogni cittadino, semplicemente venendo al mondo, è già un generatore di valore.

La nostra proposta di credito alla nascita è un rovesciamento radicale, filosofico, giuridico e fiscale, dell’attuale paradigma. Non si tratta di un sussidio o di assistenza, ma di riconoscimento economico reale e giuridicamente fondato del valore che ogni persona rappresenta per la collettività fin dal primo giorno di vita. È una risposta netta e strutturale all’inadeguatezza del sistema fiscale, che impone obblighi senza mai riconoscere la dignità economica originaria dell’essere umano.


1. IL DIRITTO ONTOLOGICO AL CREDITO

L’essere umano non è un costo per lo Stato, ma la sua prima e più importante fonte di ricchezza. Questo diritto non nasce da una legge ordinaria, ma dalla condizione stessa dell’essere: nasco, sono incluso in una società che mi impone tributi e regole, senza alcuna scelta, e da subito divento produttore indiretto di ricchezza.

Il credito alla nascita, dunque, è un diritto originario e ontologico, perché si radica nel valore in sé della persona e nella sua capacità di generare benessere collettivo, anche prima di lavorare o produrre reddito formale.

Il neonato attiva immediatamente l’economia: i genitori spendono per cibo, pannolini, farmaci, abiti, giocattoli, scuola, sanità. Tutte queste spese alimentano circuiti economici, generano IVA, creano occupazione. Un figlio è un moltiplicatore di spesa e valore. Quindi perché negargli un capitale iniziale?


2. QUANTO VALE UNA PERSONA?

Abbiamo stimato il valore medio economico che ogni cittadino genera nella sua vita. I dati parlano chiaro:

  • PIL medio generato: 1.600.000 €
  • Imposte dirette versate (IRPEF, contributi): circa 600.000 €
  • Imposte indirette (IVA, accise, tributi): oltre 200.000 €
  • Totale contributo fiscale: almeno 800.000 €

📌 Se attualizziamo questo flusso con un tasso del 3%, abbiamo un valore presente netto di 320.000 – 350.000 €.

Di fronte a questo dato, l’idea di riconoscere un credito alla nascita di 40.000 € diventa non solo sostenibile, ma necessaria.


3. IL PARALLELISMO ROVESCIATO CON L’ART. 53 DELLA COSTITUZIONE

“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”.

Lo Stato pretende contributi da chi ha capacità economica. Ma da dove nasce questa capacità? Dal valore della persona, dalla sua presenza sociale, dalla sua partecipazione all’economia.

Allora, se la fiscalità è giusta in ragione della capacità di contribuire, anche il credito alla nascita deve diventare un atto di riconoscimento di quella stessa capacità.

📌 La nuova formula diventa:

“Tutti hanno diritto, alla nascita, a ricevere un credito dalla collettività, proporzionato alla capacità attesa di produrre ricchezza, per garantire equità nell’accesso agli obblighi fiscali.”

Il credito è il corrispettivo necessario per rendere giusto il prelievo. Altrimenti la fiscalità è espropriazione priva di base etica.


4. MODALITÀ E FINALITÀ DEL CREDITO ALLA NASCITA

Il credito deve essere:

  • Certificato e notificato dallo Stato tramite un Ente autonomo di Certificazione.
  • Vincolato a spese vitali: casa, salute, studio, impresa.
  • Utilizzabile anche per il pagamento delle imposte.

Un cittadino che nasce con un credito certificato non vive di assistenza, ma di riconoscimento.

E soprattutto: può compensare le sue imposte con parte del credito, rendendo finalmente giusto il fisco.


5. ECONOMIA DELLA VERITÀ, NON DELLA SCARSITÀ

Tutto il sistema fiscale moderno si basa sulla finzione della scarsità. Non ci sono abbastanza risorse, ci dicono. Eppure:

  • Il denaro è creato dalle banche digitalmente, in quantità illimitate.
  • Il cibo prodotto basterebbe per 10 miliardi di persone.
  • Le tecnologie permettono efficienza e abbondanza.

📌 Il problema non è la scarsità, ma la mancata distribuzione del potenziale. Il credito alla nascita è la rottura del sigillo ideologico che tiene milioni di persone nella marginalità.


6. CHI NASCE HA GIÀ DATO: IL NUOVO PATTO SOCIALE

Lo Stato oggi chiede tutto, ma non riconosce nulla. Pretende contribuzione ma non anticipa fiducia. Il credito alla nascita è il riconoscimento fondativo del valore della persona.

Non è un costo. È un investimento a rendimento garantito, che anticipa al cittadino una parte di ciò che verserà. È un atto di fiducia, di equità, di giustizia.

È il modo più lucido per dire:

“Sei nato, sei già parte della comunità. E questa comunità crede nel tuo valore.”

Ed è su questa certezza che potremo costruire uno Stato finalmente degno dei suoi cittadini.

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