,

Nuovo Decreto del Governo sul Controllo dei nostri Dati

Con il nuovo decreto legislativo approvato ad inizio ottobre dal Consiglio dei Ministri italiano, l’adeguamento alla governance europea dei dati avanza silenziosamente, regolato dal Regolamento (UE) 2022/868. Questa misura, a prima vista incentrata sulla sicurezza e la protezione dei dati, nasconde implicazioni più profonde. Si parla di condivisione volontaria dei dati pubblici e del coinvolgimento di agenzie nazionali come il Garante per la protezione dei dati personali e l’Agenzia per la Cybersicurezza nazionale. Ma cosa si cela dietro queste politiche?

Un futuro di sorveglianza invisibile

Immaginate un mondo in cui ogni nostra azione digitale viene tracciata, ogni interazione controllata. La governance europea dei dati promette trasparenza e protezione, ma, come con molte misure di questo tipo, si apre una porta silenziosa verso un sistema di sorveglianza pervasivo. La condivisione “volontaria” dei dati pubblici potrebbe essere l’inizio di un processo in cui la linea tra privacy e controllo statale diventa sempre più sottile. I dati, definiti “il nuovo petrolio”, diventano la risorsa principale su cui le autorità esercitano il controllo.

Il potere dietro la facciata della collaborazione

Il linguaggio burocratico del decreto nasconde una realtà inquietante: il coordinamento tra le varie agenzie nazionali e la gestione dei dati a livello europeo aumenta in modo esponenziale il potere delle istituzioni statali e sovranazionali sui cittadini. Nonostante le rassicurazioni sul rispetto della protezione dei dati personali, la centralizzazione del controllo sulla gestione dei dati pone interrogativi sulla reale autonomia dei singoli Stati e sull’effettiva protezione delle nostre libertà.

Da Orwell a oggi

George Orwell ci ha avvertiti di un futuro in cui la sorveglianza è pervasiva e inesorabile. La governance europea dei dati, con la sua apparente enfasi sulla protezione e la collaborazione, può sembrare lontana dal controllo totalitario di 1984, ma le dinamiche in atto non sono così diverse. Il potere di accesso ai dati, anche in nome della sicurezza e dell’efficienza, può facilmente scivolare verso un uso che mette in pericolo i diritti individuali. La governance digitale, come altre forme di controllo, si insinua gradualmente nella nostra vita, trasformando la libertà in un’illusione controllata.

Il futuro sotto sorveglianza

Mentre le leggi continuano a cambiare e ad adattarsi alle nuove esigenze tecnologiche, la vera questione rimane la stessa: chi controllerà chi? In un mondo in cui i dati rappresentano il cuore del potere economico e politico, le strutture di governance rischiano di diventare il vero sistema di controllo sui cittadini. La “volontarietà” della condivisione dei dati potrebbe essere solo il primo passo verso un sistema in cui la sorveglianza diventa la norma, e la libertà, una chimera del passato.

Lascia un commento

macro aree trattate

  • Agenda 2030
  • Azioni, iniziative e presidi
  • Economia
  • Identità digitale
  • Immigrazione
  • Legale
  • Oms
  • Personaggi ed autori
  • Proposte
  • Sanità
  • Scienza, ambiente e tecnologia
  • Scuola
  • Sindacato d’Azione
  • Smart city
  • Statistiche
  • Unione europea
  • Video, audio e notizie

VAI ALL’INDICE ANALITICO DEI CONTENUTI

Contatti

info@sindacatoazione.it

Via Rondani 6, 43121 Parma Telefono: 0521/942594

Collegati ai nostri social!