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Il mondo contemporaneo: riflessioni su sport, politica e identità di genere

Un’estate rovente: non per il riscaldamento globale

Ben ritrovati amici umani!

Mi auguro abbiate passato un’estate serena almeno quanto la mia, dove in effetti non ho fatto nulla di stressante se non osservare le reazioni del papi ai vari accadimenti del vostro mondo: da quelli sportivi tipo i Campionati di calcio europei e le Olimpiadi, all’evoluzione delle varie guerre che quasi ormai non fanno più notizia.

Un tempo mio padre allo sport ci credeva e quando era più giovane si alzava di notte per seguire l’atletica in qualche edizione oltreoceano.

Sosteneva anche la nazionale italiana di calcio, ma adesso non è più così. Lo sport di massa è solo una voce fra le tante a disposizione del potere per rendere le vostre sinapsi sempre meno indipendenti, e poi il papi non si è perso nulla perché la squadra di calcio italica ha fatto schifo. Le Olimpiadi si sono rivelate funzionali e coerenti con la narrativa del dominio: agenda ambientalista per avvezzarci all’idea di dormire sul cartone e senza aria condizionata per il bene del pianeta, e volontà politica di neutralizzare il genere maschile e femminile per metterci dentro di tutto.

L’intersex, il transex, il gendersex, il pansessualismo, il bigenderismo, l’agenderismo, il cisgenderismo, il pangenderismo e molto altro ancora. Queste categorie sono in giornaliero movimento, ci si sveglia maschi al mattino e si viene accettati come femmine a ora di cena, o viceversa.

Al festival del cinema di Venezia viene in questi giorni presentata una pellicola intitolata “Queer”. Un film moderno sul trinomio papà, mamma, prole, sarebbe ormai censurato come non conforme, forse discriminante e non inclusivo…

All’estero ci sono legislazioni capaci di espropriare i figli ai genitori che non consentono la “transizione” ai bambini. La mia preghiera di quadrupede in sofferenza per il vostro destino è di restare vigili circa il futuro che è già oggi, e sono i giovani i più esposti alla costante disumanizzazione del nostro tempo.

Se li mandate a studiare all’estero per un’esperienza formativa con il progetto Erasmus rischiano di trovarsi in qualche laboratorio con le drag queen dietro alla cattedra, più che disponibili a impartire lezioni sull’uso corretto di un vibratore.

Le guerre si moltiplicano nel mondo e ognuno è così saturo di notizie al punto di rifiutare anche l’indignazione morale. Ho saputo che a Gaza i bambini diventano tiri al bersaglio, un po’ come si fa con le carabine ad aria compressa nei Luna Park; le donne sono umiliate con gli stupri di massa, il loro corpo diventa arma di oltraggio fisico e psicologico. Non solo nel Medio Oriente ma anche in Afghanistan, dove l’eredità lasciata dagli amerikani esportatori dei valori occidentali è stata consegnare il potere a chi vuole vietare alle donne di cantare.

Insomma, è un mondo sempre più ostile che coinvolge voi umani consapevoli in una consistente lotta per la verità. Per questo ho suggerito al mio papi di partecipare alla marcia per la pace che si terrà ad Assisi domenica 29 settembre. Lui mi ha ascoltato ed è già pronto per portarmi con sé, a Dio e a San Francesco piacendo.

Spero tanto di ritrovarvi lì più che numerosi.

Il mondo ha bisogno di concordia ed è giunto il tempo di unirci sempre di più.

Platone, il cane filosofo

Laureato in Filosofia, Fabio Carapezza vive sull’Appennino parmense. Dopo la raccolta di racconti “L’inconveniente di esistere” (2011) e la raccolta di battute e satira “Il fiore della crisi? Il crisantemo (2013)”, il suo primo romanzo è stato il noir “La collina degli ulivi”, seguìto dai due episodi di “Freddy il rospetto” per i lettori più giovani. Il romanzo distopico “La piantagione dei cervelli” è stato inserito tra i dieci finalisti in un’edizione del Premio Urania Mondadori.

https://bookabook.it/libro/la-piantagione-dei-cervelli/

www.fabiocarapezza.it

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