I cani sono la parte migliore dell’umanità

Bau! Almeno sul calendario è estate, e dopo questo articolo trasmesso in modo canepatico al mio trascrittore me ne andrò in vacanza per un po’ anch’io.

La domenica è stata impegnativa, il papi aspettava con impazienza il Dog Party di Langhirano, dove mi ha portato per gareggiare con altri cani come me nella categoria dei pelosi acrobati.

Lo so che scherzava, ma nel viaggio mi ha detto “vedi di vincere o ti lascio lì nel rifugio”. Poi però mi ha baciato il musetto e io mi sono tranquillizzato.

Il pomeriggio mi ha fatto riflettere su uno dei tanti difetti di voi umani: l’invidia.

Non per niente è un vizio capitale e il Poeta mette gli invidiosi nel Purgatorio.

Siete creature meschine in evoluzione, come piccoli golem che attendono qualche formuletta magica per vivere.

All’arrivo il papi si è accorto del caldo così che dopo l’iscrizione abbiamo trovato una panchina libera all’ombra, intanto la gara non competitiva aveva inizio.

C’erano cagnoloni grossi il quadruplo di me, tutti tirati, tutti pettinati, tutti belli e sicuri di poter fare la loro figura nelle varie categorie. Dalla cucina proveniva il profumino attraente della torta fritta ma sapevo che bisognava restare concentrati; non volevo deludere il mio papà.

Voi umani vedete spesso i cuccioli che allevate come il prolungamento delle ambizioni mancate, li portate alla scuola calcio e siete sicuri che proprio il vostro diventerà più bravo di Messi. Urlate dagli spalti per spronare i ragazzini che vorrebbero solo divertirsi dando calci al pallone. Siete pronti a litigare con l’arbitro per un fallo non fischiato o con un genitore della squadra avversaria, oppure con l’allenatore se fra i titolari non compare il vostro cucciolo prediletto.

Lui deve essere premiato, per fargli seguire gli allenamenti siete anche disposti a farlo uscire in anticipo da scuola.

Almeno il mio papi non è così: mi ha insegnato alcuni esercizi per mantenermi sempre vigile, forse vuole che i miei cinquecentomilioni di neuroni aumentino, non so.

Non intende portarmi alle esibizioni in giro per l’Europa.

Già, perché proprio accanto a noi si era posizionato un mocio Vileda gigante a quattro zampe, e uno dei suoi parenti umani al seguito, mi pare il  nonno, accennava alle sue presenze anche all’estero. 

Io ho sputazzato un filo d’erba girandomi dall’altra parte per non sbattergli sul muso un sorrisino finto, come invece ha dovuto fare il mio papà verso i proprietari.

Uno dopo l’altro, i cani e gli accompagnatori entravano nel campo: tentavano in qualche modo di dimostrare eventuali abilità che non fossero annusare gli odori accanto agli attrezzi, o girare distratti nonostante i tentativi dei loro genitori umani di riportarli alla giusta concentrazione.

Insomma, tolti i cani da lavoro addestrati per onorevoli attività di soccorso e assistenza alle persone in difficoltà, i cagnolini comuni come me annoiavano gli spettatori perché non sapevano fare un bel nulla.

Vi confesso che me ne sarei stato tranquillo a dormicchiare sul divano ma volevo a tutti i costi fare contento il mio papi.

Ho pensato a come siete aggressivi voi umani: vi mettete in competizione gli uni con gli altri su tutto, dai primordi della vostra vita in poi.

Essa passa veloce, voi a correrle dietro per affermarvi, per tentare la supremazia su qualcuno a partire da voi stessi. 

Dovete per forza essere dei vincenti e se il risultato è ottenuto da qualcun altro… eccola lì l’invidia. Ecco gli invidiosi dagli occhi cuciti con il fil di ferro, come canta Dante nel Purgatorio.

Forse ve ne sarete già accorti, ma durante la vostra vita di umani è più facile incontrare qualcuno pronto a godere dei vostri fallimenti piuttosto che a gioire di qualche traguardo.

Finalmente la speaker ha chiamato il mio nome e con il papi siamo entrati nel campo. La musica era alta, io mi ero spazientito nell’attesa, c’erano molte persone dietro la rete curiose di vedere come me la sarei cavata. L’attrazione verso le marcature lasciate da qualche cagnolina che si era esibita prima di me era irresistibile: per un attimo ho lasciato il papi per farmi un giretto nel recinto, dovevo per forza accontentare il mio umano.

Se non avessi fatto una bella figura chissà…Forse mi avrebbe abbandonato nel canile!Il papi astuto mi ha fatto concludere gli esercizi con il pezzo forte. Il riporto del giornale e l’abbaiare al suo comando.

Credo di essere l’unico cane in Emilia che abbaia soltanto se a chiedermelo con la canepatia è il mio papà.Ora si trattava di attendere il riscontro della giuria.

Era una “gara semi seria” per stare in compagnia di tanti umani e pelosi, niente di professionista e importante, ma voi umani siete prevedibilissimi.

Tutti i partecipanti volevano vincere, o almeno piazzarsi.Naturalmente anche il mio papi.Ho visto proprietari con sguardi freddi tra loro, oppure indifferenti, sorrisetti falsi come una moneta da tre euro, la competizione si giocava anche con le occhiate che si lanciavano.

Era come se si dicessero “il mio cane è più bello e bravo del tuo”, oppure “io ho un peloso di razza mentre tu hai solo un meticcetto”.Siete così divertenti voi umani: ci portate al dog agilityal dog dancing, ai corsi di addestramento di base, a quello sportivo, magari al corso più intensivo di difesa; siete capaci di allenarci per farci diventare soldati di guerra, e noi siamo felici se saltiamo su una mina al vostro posto.

Ad avere bisogno di un buon allenamento siete proprio voi, perché i cani sono la parte migliore dell’umanità.Mi stavo per dimenticare…Il mio amato bipede alla fine non mi ha lasciato in canile.

Siamo ritornati a casa tutti e due soddisfatti con il primo posto nella categoria “cane acrobata”, e ce ne siamo fregati quando al ritiro del premio nessuno del pubblico ha applaudito.

Buone vacanze da Platone, il cane filosofo. 

Laureato in Filosofia, Fabio Carapezza vive sull’Appennino parmense. Dopo la raccolta di racconti “L’inconveniente di esistere” (2011) e la raccolta di battute e satira “Il fiore della crisi? Il crisantemo (2013)”, il suo primo romanzo è stato il noir “La collina degli ulivi”, seguìto dai due episodi di “Freddy il rospetto” per i lettori più giovani. Il romanzo distopico “La piantagione dei cervelli” è stato inserito tra i dieci finalisti in un’edizione del Premio Urania Mondadori.https://bookabook.it/libro/la-piantagione-dei-cervelli/www.fabiocarapezza.it

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